Preceduti dalla stella - Mt 2,1-12 |
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Dal Vangelo secondo Matteo |
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“Con l'Epifania si celebra la prima manifestazione della divinità di Gesù all'intera umanità, con la visita solenne, l'offerta di doni altamente significativi e l'adorazione dei magi, autorevoli esponenti di un popolo totalmente estraneo al mondo ebraico e mediterraneo”(Wikipedia). La commemorazione ha inizio nel III secolo i cristiani e il termine Epifania comprendeva le manifestazioni divine di Gesù. In particolare: l'adorazione dei Magi, il battesimo di Gesù ed il primo “segno” a Cana. |
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Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? |
I personaggi, che vengono dall’oriente, sono magoi: il termine è piuttosto ambiguo, dalla descrizione sembrano astronomi, forse sacerdoti zorastriani provenienti dalla Persia, comunque sono “stranieri” rispetto a Israele e non conoscono la “Scrittura”. Eppure sono questi stranieri, di altra religione, di altra cultura che “rivelano” a Israele e ai suoi sacerdoti e scribi ciò che sapevano ma che si era nascosto nella loro coscienza. La manifestazione del Messia a coloro che lo aspettavano è stata possibile per l’intervento imprevedibile di un mono estraneo. In pratica il mondo religioso e politico dell’epoca è stato “illuminato” dalla conoscenza e dalla sapienza di stranieri ritenuti pagani venuti da lontano. |
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il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme |
Il potere politico ed il potere religioso restano turbati dalla notizia di una nascita. Una società fondata sul potere e sul successo ha paura delle novità: un bambino ha bisogno degli altri e ha fiducia, il potere è sufficiente a se stesso e ha paura degli altri. La fiducia è la forza del bambino, la paura è la debolezza del potere. I magi chiedendo, mostrando la loro debolezza offrono la loro conoscenza e illuminano di attualità le scritture sepolte dal tempo. Il potere manifesta sicurezza, mostra le certezze in cui neppure crede per muoversi, anzi manifesta i suoi sotterfugi e la sua arroganza impartendo ordini. La vicenda dei magi così come è raccontata ci anticipa una affermazione di Gesù: ”Ora io vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti” (Mt 8, 11-12) |
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Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. |
Non è importante l’evento astrale di per sé, lasciamo la preoccupazione agli astronomi, Giotto per primo ha immaginato una stella cometa. Quello che più interessa è il senso: “Io lo vedo, ma non ora, io lo contemplo, ma non da vicino: una stella spunta da Giacobbe” (Nm 24,17). La stella è Cristo stesso (Ap 22,16), per questo non è visibile dai palazzi di Gerusalemme, i poteri umani hanno carenza di luce (Cfr. Mt 20,25) e i poteri religiosi con tutte le loro regole rendono la religione una schiavitù (Cfr. EG 43). Se la luce viene a mancare “tutto diventa confuso, è impossibile distinguere il bene dal male, la strada che porta alla mèta da quella che ci fa camminare in cerchi ripetitivi, senza direzione” (Lumen Fidei, 3). |